I ferri da stiro industriali rappresentano una componente essenziale nella produzione tessile su larga scala, perché consentono di operare finiture impeccabili e in tempi rapidi su qualsiasi capo d’abbigliamento.
I primi modelli di questi strumenti fanno la loro comparsa durante la Rivoluzione industriale, allorché divenne evidente la necessità di un processo di finitura rapido ed efficiente. I ferri da stiro industriali si sono evoluti nel corso del tempo, passando da rudimentali modelli a vapore a macchinari sofisticati dotati di tecnologie avanzate.
I primi tentativi di automatizzare il processo di stiratura risalgono XVIII secolo. In quel periodo, l’introduzione di macchine tessili meccanizzate ha portato a una produzione tessile su larga scala, ma il processo di finitura dei tessuti, inclusa la stiratura, era ancora largamente manuale e laborioso.
Durante il XIX secolo, sono stati sviluppati i primi modelli di ferri da stiro industriali alimentati a carbone o a gas, che consentivano di generare calore sufficiente per stirare grandi quantità di tessuto in modo più rapido rispetto ai ferri domestici tradizionali. Tuttavia, questi primi modelli erano ancora rudimentali e non garantivano una distribuzione uniforme del calore.
Con l’avanzamento della tecnologia e l’introduzione dell’elettricità nel tardo XIX e all’inizio del XX secolo, sono stati sviluppati i primi ferri da stiro industriali elettrici. Questi nuovi modelli offrivano una maggiore potenza e controllo sulla temperatura, consentendo una stiratura più efficace e uniforme dei tessuti su larga scala.
Nel corso del XX secolo, i ferri da stiro industriali sono stati continuamente migliorati con l’introduzione di nuove tecnologie, come il vapore, che ha reso il processo di stiratura ancora più efficiente e ha contribuito a ottenere finiture di alta qualità sui tessuti.
Cosa sono i ferri da stiro con caldaia?
Il ferro da stiro nasce come strumento domestico per rimuovere le pieghe nei tessuti derivanti dal lavaggio a mano e – dopo la sua invenzione – in lavatrice.
Il primo attrezzo vagamente paragonabile ad un ferro da stiro risale addirittura all’epoca della dinastia Han, che governò la Cina dal 206 a.C. al 220 d.C., e consisteva in un contenitore di bronzo all’interno del quali venivano inserite braci incandescenti. Un manico di legno o avorio consentiva il trasporto e l’utilizzo di questo strumento rudimentale e tutt’altro che pratico. Gli antichi romani, invece, utilizzavano delle piastre bronzee incandescenti e le passavano sui tessuti per eliminare le pieghe servendosi di appositi manici.
Il nome “ferro” da stiro arriva in epoca medievale (1200 circa) e lo si deve all’utilizzo, appunto, del ferro battuto per ricavare lo strumento adibito alla stiratura che funzionava sempre attraverso l’inserimento di braci di carbone da alimentare costantemente attraverso un soffietto. Operando un corposo salto temporale, bisogna arrivare al 1891 per vedere la nascita ufficiale del primo ferro da stiro di tipo “moderno”, mentre risale al 1926 il brevetto del ferro a vapore.
Sebbene ancora oggi seguitiamo a chiamarlo ferro, i modelli attuali – oltre che decisamente più leggeri e maneggevoli – presentano piastre realizzate prevalentemente in alluminio sottoposte ad un ulteriore trattamento per renderle antiaderenti, facilitando così lo scorrimento sui tessuti. La generazione del calore è passata dal carbone al gas, per poi arrivare all’utilizzo dell’elettricità per scaldare la piastra e trasformare l’acqua del serbatoio in vapore, fondamentale per allentare i legami intermolecolari tra le catene di polimeri all’interno delle fibre tessili e facilitare la stiratura.
Chiamati a sostenere un ingente mole di lavoro e compiti molto più complessi e delicati rispetto al tradizionale uso domestico, i ferri da stiro industriali si contraddistinguono per l’elevata potenza per generare vapore in quantità sufficiente, piastre riscaldate uniformemente per garantire una distribuzione uniforme del calore sui tessuti e controlli precisi della temperatura per adattarsi a una varietà di tessuti e finiture.
Le applicazioni dei ferri da stiro industriali spaziano dall’industria dell’abbigliamento alla produzione tessile in generale, trovando impiego in fabbriche, lavanderie industriali e impianti di finitura tessile.
Grazie alla loro capacità di lavorare su grandi quantità di tessuto in modo rapido ed efficiente, i ferri da stiro industriali si rivelano fondamentali al fine di garantire la qualità necessaria al confezionamento di manufatti tessili destinati al mercato globale.
Principali tipologie di ferri da stiro industriali
Esistono diverse tipologie di ferri da stiro industriali, ciascuno con caratteristiche peculiari per soddisfare specifiche esigenze professionali e lavorare efficacemente su qualsiasi tipo di tessuto. Generalmente, i ferri da stiro professionali hanno un’elevata capacità di serbatoio e una pressione molto alta, così da ottenere un buon risultato anche sulle piaghe più ostili.
Di seguito, una selezione delle tipologie di ferri da stiro industriali maggiormente impiegate in ambito professionale.
Ferri da stiro a caldaia: sono dotati di una caldaia separata che genera vapore ad alta pressione. Il vapore viene erogato attraverso la piastra del ferro, per una stiratura efficace e rapida.
Ferri da stiro a vapore diretto: con una caldaia integrata che genera vapore direttamente nella piastra del ferro, si caratterizzano per la maggiore compattezza e praticità rispetto ai modelli a caldaia separata.
Ferri da stiro a pressa: appositamente progettati per applicare pressione e vapore (fino a 7-8 bar di pressione) sui tessuti tramite una piastra a pressa, si rivelano la scelta ideale quando si ha l’esigenza di stirare grandi quantità di tessuto in modo rapido ed efficiente.
Ferri da stiro automatici: dotati di funzionalità automatiche, come il controllo della temperatura e la regolazione del vapore, sono molto utilizzati nelle grandi attività proprio perché riducono al minimo la necessità di intervento umano durante il processo di stiratura.
Ferri da stiro a rullo: questi modelli utilizzano un rullo riscaldato per stirare i tessuti in modo continuo. Sono particolarmente adatti per la stiratura di tessuti piatti come lenzuola e tovaglie.
Ferri da stiro per tessuti delicati: si tratta di modelli particolari progettati con caratteristiche speciali per la stiratura di tessuti delicati e sensibili al calore, come la seta e il chiffon, garantendo risultati senza danni.
Si segnalano, inoltre, alcuni modelli speciali, destinati esclusivamente alla stiratura di alcuni capi di abbigliamento.
Macchine per capo spalla: sono macchine molto voluminose dotate di appositi manichini ai quali fare indossare le giacche, che vengono stirate direttamente con una pressione di circa 8 bar.
Macchine per camicie: dotate anch’esse di manichino, presentano una struttura molto simile al modello per capo spalla, è organizzata in quattro stazioni di lavoro (carico, vaporizzazione, soffiaggio e scarico automatico)
Macchine per i pantaloni: chiamate in gergo stira-pantaloni, anche in questo caso si tratta di macchina voluminose dotate di diversi sistemi ausiliari, come tensionamento pneumatico del bacino e delle gambe per ottenere una stiratura e una piega perfetta dell’indumento.
Come scegliere il giusto ferro da stiro industriale
La scelta di un ferro da stiro industriale dipende da diversi fattori. È importante, infatti, definire preventivamente obiettivi, investimenti e caratteristiche della propria attività per poter selezionare i prodotti più adatti. In particolare, è necessario comprendere la frequenza di utilizzo dei ferri da stiro professionali, lo spazio a disposizione e le competenze del personale che verrà impiegato.
Anche se i modelli di ultima generazione sono sempre più compatti, i ferri da stiro professionali risultano abbastanza ingombranti, quindi poco adatti a spazi esigui; inoltre, i modelli a caldaia sono progettati per essere sempre in funzione per mantenere un’adeguata pressione, quindi non possono essere riposti in un locale di servizio dopo l’utilizzo.
In riferimento ai costi, bisogna considerare che i modelli professionali hanno caratteristiche e funzionalità specifiche che li rendono ben più costosi rispetto ai comuni ferri da stiro ad uso domestico. La forbice varia dai 300 euro dei modelli più economici, fino alle diverse migliaia di euro per le più complesse e performanti macchine da stiratura industriale.
Inoltre, va tenuto in grande considerazione anche l’impatto dei consumi energetici. L’elevata potenza richiesta per sprigionare il vapore necessario alle operazioni di stiratura e l’utilizzo prolungato nel tempo contribuiscono sensibilmente all’aumento del consumo di elettricità. Pertanto, si consigliano quei modelli dotati di modalità Eco per il risparmio energetico.
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Andrea Ferroli
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